C’era una volta una ragazzina di nome Matilda con i capelli rossi come il tramonto e un sorriso grande come la luna. Viveva in una casetta ai margini del bosco insieme alla sua famiglia e a un gatto striato di nome Caramello che dormiva sempre sulla sua finestra.
Una sera d’inverno, mentre tutti dormivano, Matilda si svegliò di soprassalto. Dalla sua finestra vide qualcosa di straordinario: una piccola stella era caduta proprio nel suo giardino e faceva i capricci saltellando tra i fiocchi di neve.
“Oh!” esclamò Matilda strofinandosi gli occhi. “Ma tu sei una stella!”
La stellina, che sembrava fatta di zucchero filato luminoso, si voltò e rispose con voce squillante: “Certo che sono una stella! E adesso sono caduta e non so più come tornare a casa!”
Matilda si infilò gli stivali, il cappotto sopra il pigiama e uscì in giardino. La neve scricchiolava sotto i suoi passi e il suo respiro formava nuvolette nell’aria fredda.
“Ti aiuterò io” disse Matilda allungando le mani. La stellina saltò sui suoi palmi e le fece il solletico.
“Ti presento i miei genitori” propose la bambina portando la stella in casa.
Ma quando entrò in cucina dove papà preparava una cioccolata calda per la mamma che non riusciva a dormire, successe una cosa strana.
“Con chi stai parlando, Matilda?” chiese la mamma guardandola perplessa.
“Con la stella, mamma! È caduta nel nostro giardino e devo aiutarla a tornare in cielo!”
Il papà e la mamma si scambiarono uno sguardo divertito.
“Ah, che bella fantasia hai” sorrise il papà accarezzandole i capelli. “Ma adesso torna a dormire che domani c’è scuola.”
Matilda guardò la stella che brillava tra le sue mani. Era chiaro che solo lei poteva vederla!
“Non si preoccupi signor papà di Matilda” disse la stella facendo una piroetta. “La vostra bambina è speciale perché ha gli occhi che sanno vedere la magia.”
Matilda decise allora di portare la stella nella sua cameretta. Misero insieme un piano: dovevano trovare il modo di lanciarla abbastanza in alto da permetterle di raggiungere le sue sorelle nel cielo.
“Potremmo usare un aquilone!” suggerì Matilda.
La stella battè le manine luminose. “Che idea brillante! Proprio come me!”
Il giorno dopo, Matilda costruì un aquilone con carta colorata, bastoncini e tanta colla. La stella si divertiva un mondo a saltellare sui colori freschi, lasciando piccole impronte luccicanti.
Quando il vento si alzò, Matilda portò l’aquilone e la stella nel grande prato dietro casa.
“Sei pronta?” chiese alla sua amica stellare che tremava un po’.
“Ho un po’ paura” confessò la stella. “E se non riuscissi a staccarmi dall’aquilone al momento giusto?”
“Ce la farai” la incoraggiò Matilda. “Ricordati: quando l’aquilone sarà molto in alto, dovrai saltare con tutta la tua forza verso il cielo!”
Matilda corse nel prato con l’aquilone che si alzava sempre più in alto. La stella si aggrappava con tutte le sue forze.
“Adesso!” gridò Matilda quando l’aquilone era quasi un puntino nel cielo.
La stella prese coraggio, chiuse gli occhietti e saltò. Per un attimo terribile sembrò cadere, ma poi iniziò a brillare sempre più forte e a salire, salire, salire…
Quella notte, mentre Matilda guardava il cielo dalla sua finestra, vide una stella che brillava più delle altre e sembrava fare piccole piroette tra le nuvole.
“Ciao, amica mia” sussurrò Matilda con un sorriso.
E da quel giorno, ogni volta che Matilda si sentiva sola o triste, alzava gli occhi al cielo e cercava la sua stella danzante. Era il loro segreto, un segreto che faceva brillare anche il suo cuore.