C’era una volta, in una casetta calda e profumata, una nonnina dolce di nome Nonna Pina. Un pomeriggio, decise di preparare una sorpresa. Mescolò farina, burro, zucchero e due spezie magiche: lo zenzero e la cannella, che riempirono la cucina di un profumo che sapeva di abbracci.
Con quell’impasto profumato, formò un omino. Usò due gocce di cioccolato per gli occhietti vispi, una caramellina rossa per il naso e tre bottoncini di zucchero colorati sulla pancia.
“Oh, sei un amore!” disse Nonna Pina, mettendolo nel forno.
Poco dopo, “Driiiin!” suonò il timer. Nonna Pina aprì il forno e… POP!
L’omino di pan di zenzero saltò fuori, atterrò sul pavimento e fece un piccolo inchino. “Ciao ciao, nonnina! Non puoi prendermi!” gridò con una vocina sottile e croccante.
“Ma dove vai? Torna qui, mio piccolo Gingì!” rise Nonna Pina.
Ma Gingì era già corso fuori dalla porta. “Corri, corri, tanto non mi prendi!” cantava. “Sono l’omino di pan di zenzero, veloce come il vento!”
Corse in giardino e incontrò Micio, il gatto. “Che buon profumino di zenzero!” miagolò Micio. “Fermati, giochiamo insieme!” “No, no!” rise Gingì. “Sono scappato da Nonna Pina e scapperò anche da te!”
E via, più veloce di Micio.
Arrivò al prato, dove Mucca Carolina mangiava l’erba. “Muuu! Che meraviglia di biscotto!” muggì la mucca. “Fermati, sembri così allegro!” “Ah, no, cara Mucca!” disse Gingì. “Sono scappato da Nonna Pina e dal gatto Micio, e scapperò anche da te!”
Gingì continuò a correre, felice di sentire l’aria fresca, finché non arrivò davanti a un grande fiume. “Oh, no!” si fermò Gingì. “L’acqua! Se mi bagno, tutti i miei bottoncini di zucchero si scioglieranno!”
Proprio in quel momento, una volpe molto elegante, con una bellissima coda folta, sbucò da dietro un cespuglio. “Che succede, piccolo omino di pan di zenzero?” chiese la volpe con una voce gentile. “Vuoi attraversare il fiume?” “Sì” rispose Gingì, “ma ho paura dell’acqua.”
“Nessun problema” disse la volpe. “Salta sulla mia coda, ti porto io dall’altra parte.” Gingì saltò sulla coda della volpe. Ma l’acqua era un po’ alta. “Salta sulla mia schiena” disse la volpe, “così non ti bagni.” Gingì saltò sulla schiena della volpe. “L’acqua è ancora più alta!” disse la volpe. “Salta sul mio naso, è il posto più sicuro!”
Gingì, che si fidava, saltò sul naso della volpe. La volpe nuotò veloce e, arrivata dall’altra parte, si fermò sulla riva.
“Eccoci arrivati, piccolo corridore!” disse la volpe. Gingì fece un saltello e atterrò sull’erba asciutta. “Grazie mille, signora volpe! Sei stata gentilissima!”
La volpe sorrise. “Di niente, Gingì. Ma perché corri tanto? Nonna Pina ha preparato anche una tazza di latte caldo per te. Ho sentito il profumo fin da qui.”
Gingì si fermò a pensare. Correre era stato divertente, ma ora si sentiva un po’ solo. E l’idea del latte caldo vicino al camino… “Forse… forse correre verso qualcuno è ancora più bello che scappare” disse Gingì.
La volpe lo aiutò a trovare un piccolo ponte di legno poco più in là. Gingì la salutò con la manina e corse indietro, veloce come il vento, ma questa volta verso casa.
Quando arrivò in cucina, Nonna Pina stava proprio dicendo: “Oh, il mio Gingì…”. “Sono qui!” gridò lui, saltandole sul grembiule.
Nonna Pina rise di gioia e gli diede un bacio sulla testa (facendo attenzione a non rovinare la glassa).
Gingì non scappò più. Visse felice sulla mensola della cucina di Nonna Pina, e ogni sera, davanti al camino, le raccontava le sue avventure, mentre bevevano insieme una tazza di latte caldo.