C’era una volta, in un piccolo cimitero alla periferia di un paesino ancor più piccolo, un fantasmino di nome Boo. Non era un fantasmino qualunque: era rotondo come una palla, bianco come il bucato steso al sole, con due occhietti neri che sembravano bottoni cuciti male.
Boo aveva un problema grandissimo, enorme, gigantesco come una zucca: odiava Halloween! Proprio così. Mentre tutti i suoi amici fantasmi non vedevano l’ora che arrivasse il 31 ottobre per spaventare i bambini, lui si nascondeva sotto una lapide e tremava come una foglia al vento d’autunno.
“Che vergogna, Boo!” gli diceva il suo amico Spettro, un fantasma alto e magro. “Un fantasma che ha paura di far paura! Si è mai sentita una cosa simile?”
“Lo so, lo so” sospirava Boo. “Ma quando vedo quei bambini vestiti da mostri, con le facce dipinte e le zucche intagliate… mi viene una fifa blu!”
La sera di Halloween, tutti i fantasmi del cimitero si riunirono per organizzare la festa.
“Tu, Boo, farai la guardia al cancello” ordinò il Capo Fantasma, grosso e importante come un lenzuolo matrimoniale. “È il lavoro più facile. Devi solo fare ‘Buuuuu’ quando arrivano i bambini.”
“Va bene” disse Boo con la vocina piccola piccola. “Farò… buuuu…”
Ma il suo “buuu” era così debole che non avrebbe spaventato nemmeno un topolino addormentato.
Arrivò la notte di Halloween. La luna era tonda come una caramella e gialla come un limone. Boo aspettava al cancello, tremante.
“E se invece di dire ‘buuu’ dicessi ‘buonasera’?” pensava tra sé. “Sarebbe più educato, no?”
All’improvviso sentì dei passi. Pam, pam, pam. Erano bambini! Tanti bambini mascherati che si avvicinavano al cimitero!
Boo si nascose dietro una pietra, ma poi si ricordò del suo dovere. Doveva essere coraggioso! Doveva fare paura! Doveva…
“BUUUUUUUUU!” urlò con tutta la forza che aveva, saltando fuori dal suo nascondiglio.
Ma invece di scappare via spaventati, i bambini si fermarono a guardarlo. E poi, uno dopo l’altro, iniziarono a ridere.
“Che carino questo fantasmino!” disse una bambina vestita da strega.
“Sembra una nuvola con gli occhi!” aggiunse un bambino travestito da scheletro.
“Possiamo toccarlo?” chiese un altro piccolo vampiro.
E prima che Boo potesse dire “aiuto!”, si trovò circondato da manine curiose che lo accarezzavano.
“Ma… ma… non avete paura di me?” chiese Boo, confuso come un gufo di giorno.
“Paura? Di te?” ridacchiò la streghetta. “Tu sei il fantasma più simpatico che abbiamo mai visto!”
E fu così che Boo scoprì una cosa straordinaria: lui non era un fantasma spaventoso, ma un fantasma… coccoloso! Invece di far paura, faceva ridere! Invece di spaventare, consolava!
“Vieni con noi a fare ‘dolcetto o scherzetto’?” gli chiesero i bambini.
E Boo, per la prima volta nella sua vita da fantasma, si sentì felice come una zucca alla festa della raccolta.
“Sì!” esclamò tutto emozionato. “Vengo con voi!”
Gli altri fantasmi, quando videro Boo allontanarsi mano nella mano con i bambini, rimasero a bocca aperta, così spalancata che ci sarebbe entrato un pipistrello intero.
“Ma dove vai?” urlò il Capo Fantasma.
“Vado a fare ‘dolcetto o scherzetto’!” rispose Boo. “Ho scoperto che sono un fantasma speciale: invece di far paura, porto allegria!”
E così Boo diventò il primo fantasmino della storia a girare per le case non per spaventare, ma per far sorridere. E da quel giorno, ad Halloween, tutti aspettavano con ansia l’arrivo del fantasmino tondo tondo che portava dolcetti e abbracci invece che spaventi e brividi.
“Manca niente?” chiedeva Boo alla fine di ogni Halloween.
“No, Boo” rispondevano i bambini. “Con te c’è tutto quello che serve per una festa perfetta!”