Il giorno del Biscotto Magico

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C’era una volta un bambino di nome Luca che viveva in una casetta colorata insieme alla sua mamma, che aveva gli occhi dolci come caramelle e le mani che sapevano fare magie in cucina.

Una mattina, pochi giorni prima della festa della mamma, Luca si svegliò con un’idea brillante che gli saltellava nella testa come un grillo.

“Voglio fare una sorpresa alla mamma!” pensò, e il suo sorriso era così grande che quasi non gli stava sulla faccia.

Saltò giù dal letto, e le pantofole fecero “squit squit” sul pavimento, come se anche loro fossero emozionate.

“Cosa posso preparare?” si chiese grattandosi la testa. “Un disegno? No, ne ho già fatti tantissimi. Un mazzo di fiori? No, il gatto Piumino li mangerebbe tutti!”

Proprio in quel momento, dalla cucina arrivò un profumino dolce che gli fece fare “sniff sniff” con il naso.

“Biscotti!” esclamò Luca. “Farò dei biscotti alla mamma!”

Si precipitò in cucina, dove trovò la mamma che stava uscendo.

“Buongiorno, piccolo dormiglione,” disse la mamma dandogli un bacio sulla fronte. “Devo andare a trovare la nonna per un’oretta. Fai il bravo!”

Appena la porta si chiuse, Luca batté le mani eccitato. “È il momento perfetto!”

Si mise il grembiule della mamma, che gli arrivava fino ai piedi e faceva “frrr frrr” quando camminava. Prese una sedia e la trascinò fino al mobile della cucina.

“Allora, mi serve la farina…” disse ad alta voce, come se stesse presentando un programma di cucina in televisione.

Prese il sacchetto della farina e… PUFF! Una nuvola bianca esplose nella cucina, facendo starnutire anche il frigorifero.

“Ops!” ridacchiò Luca, tutto imbiancato come un piccolo fantasma pasticcione.

Aggiunse lo zucchero, che saltellò fuori dalla tazza come se volesse scappare, e poi le uova che scivolarono dalle sue mani e fecero “splat!” sul pavimento.

“Non importa,” si disse Luca con un sospiro, “i grandi cuochi fanno sempre un po’ di disordine.”

Mescolò tutti gli ingredienti rimasti in una ciotola grande, e l’impasto sembrava una strana palude marrone che faceva delle bolle buffe.

“Forse dovrei aggiungere qualcosa di speciale,” pensò Luca. “Qualcosa che faccia capire alla mamma quanto le voglio bene.”

Guardò fuori dalla finestra e vide il piccolo roseto che la mamma curava con tanto amore. I petali delle rose erano rosa come le guance della mamma quando rideva.

“Ecco!” esclamò. “Aggiungerò dei petali di rosa all’impasto, così i biscotti saranno profumati come la mamma!”

Corse in giardino e raccolse delicatamente alcuni petali, sussurrando “scusate” alle rose, e li aggiunse all’impasto.

“E ora?” si chiese, guardandosi intorno. “Ah sì! La forma!”

Ma non trovava le formine per i biscotti. Allora decise di usare le mani e modellò dei cuoricini un po’ storti, delle stelline con troppe punte e dei cerchi che sembravano più delle patate.

“Sono bellissimi!” disse tutto orgoglioso, mettendoli nella teglia.

Infilò la teglia nel forno, che sembrava un drago che soffiava aria calda, e si sedette davanti con gli occhi spalancati a guardare i suoi capolavori che si cuocevano lentamente.

“Tic tac, tic tac,” faceva l’orologio della cucina, ma per Luca sembrava che il tempo si fosse addormentato.

Finalmente, il forno fece “DING!” e Luca, con le mani protette dai guantoni della mamma che sembravano zampe di orso, tirò fuori la teglia.

I biscotti erano un po’ bruciati ai bordi e avevano delle forme ancora più strane di prima, ma per Luca erano i biscotti più belli del mondo.

Li lasciò raffreddare, come aveva visto fare alla mamma tante volte, e poi li decorò con della glassa colorata che finì un po’ dappertutto: sul tavolo, sul pavimento e persino sul naso del gatto Piumino che era venuto a curiosare.

“Ecco fatto!” esclamò soddisfatto, guardando i suoi biscotti colorati e un po’ sbiaditi.

Ma proprio in quel momento, sentì la chiave nella serratura. La mamma stava tornando!

“Oh no!” gridò Luca guardandosi intorno. La cucina sembrava essere stata colpita da un uragano di farina, uova e glassa colorata.

In fretta e furia, cercò di pulire un po’, ma riuscì solo a spargere ancora di più gli ingredienti. Si sentì triste e si sedette sul pavimento, con la faccia tutta sporca e il cuore pesante.

“Luca?” chiamò la mamma entrando in casa. “Dove sei, tesoro?”

“In cucina,” rispose lui con una vocina piccola piccola.

Quando la mamma entrò, i suoi occhi si spalancarono come finestre in una giornata di vento. Guardò il disastro, poi guardò Luca seduto per terra con le lacrime agli occhi, e infine vide i biscotti colorati sul tavolo.

“Oh, Luca…” disse lei.

“Scusa, mamma,” singhiozzò Luca. “Volevo farti una sorpresa per la festa della mamma, ma ho fatto un pasticcio. I biscotti sono brutti e la cucina è tutta sporca…”

La mamma si inginocchiò accanto a lui, senza preoccuparsi di sporcarsi il vestito, e lo abbracciò forte forte.

“Ma sono bellissimi!” esclamò, prendendo un biscotto dal vassoio.

“Davvero?” chiese Luca, asciugandosi le lacrime con la manica.

“Certo! Sono i biscotti più speciali che abbia mai visto. E sai perché?”

Luca scosse la testa.

“Perché sono stati fatti con tanto amore,” disse la mamma, dando un morso al biscotto. Poi i suoi occhi brillarono di meraviglia. “Ma… sanno di rose! Come hai fatto?”

Luca sorrise timidamente e raccontò della sua idea di aggiungere i petali di rosa.

“Sono… sono magici!” esclamò la mamma. “Appena ho morso il biscotto, ho sentito il cuore riempirsi di gioia e ho visto tutti i momenti felici che abbiamo passato insieme: quando ti leggevo le favole, quando giocavamo al parco, quando mi facevi i tuoi meravigliosi disegni…”

Gli occhi di Luca si illuminarono come stelline. “Davvero? I miei biscotti sono magici?”

“Certamente,” rispose la mamma con un sorriso dolce come il miele. “Sono magici perché li hai fatti tu, con il tuo grande cuore.”

E così, mamma e Luca si sedettero insieme in quella cucina che sembrava un campo di battaglia, mangiando i biscotti dal sapore di rose e ridendo delle forme buffe che avevano. E non importava che la cucina fosse un disastro, perché erano insieme, e questo era il regalo più bello che Luca potesse fare alla sua mamma.

Quella sera, mentre la mamma lo metteva a letto, Luca le sussurrò: “Mamma, possiamo fare altri biscotti magici domani?”

“Certo, tesoro,” rispose lei, dandogli un bacio sulla fronte. “Ma questa volta li faremo insieme, va bene?”

Luca annuì felice e si addormentò con un sorriso, sognando biscotti che volavano e rose che cantavano ninne nanne dolci come l’amore della sua mamma.

E da quel giorno, ogni anno per la festa della mamma, Luca e la sua mamma preparavano insieme i “biscotti magici alle rose”, per ricordare che l’amore è l’ingrediente più speciale che ci sia.