Il Piccolo Gufo e la Melodia Smarrita

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Nel cuore della Foresta Sognante, dove i raggi del sole filtravano tra foglie d’oro e i funghi crescevano grandi come ombrelli, viveva un piccolo gufo di nome Oli. Oli non era un gufo come tutti gli altri. Mentre gli altri gufi emettevano il classico “hoo-hoo”, Oli sapeva cantare. La sua voce era una melodia dolce e cristallina, capace di calmare il vento e far fiorire le stelle. Tutti gli animali della foresta amavano ascoltare le sue canzoni prima di andare a dormire.

Ma un mattino, Oli si svegliò e… la sua melodia non c’era più! Aprì il becco, provò a canticchiare, ma ne uscì solo un triste e gracchiante “crrr-crrr”. La sua voce era sparita!

Gli occhi grandi e curiosi di Oli si riempirono di lacrime. Senza la sua melodia, come avrebbe fatto a portare la magia della notte nella Foresta Sognante? Coraggioso, decise di andare a cercare la sua voce perduta.

Il suo primo incontro fu con Mirtilla, la volpe più astuta della foresta, con il pelo color ruggine e una coda soffice. “Mirtilla, hai per caso visto la mia melodia?” chiese Oli con un piccolo strillo. Mirtilla, che stava annusando un cespuglio di bacche, scosse la testa. “No, piccolo Oli. Ma ricordo che ieri sera, un folletto dispettoso stava giocando con i tuoi ultimi acuti, li faceva rimbalzare tra gli alberi.”

Oli ringraziò e volò più in profondità nella foresta, verso il Grande Albero Saggio, dove vivevano i folletti. Arrivò a una radura dove i funghi luminosi illuminavano il terreno e vide un folletto con un cappello appuntito e occhietti vispi, che rideva e faceva rimbalzare delle piccole sfere luccicanti.

“Sono i miei acuti!” pensò Oli. Si avvicinò e, con il poco fiato che aveva, chiese: “Signor Folletto, hai la mia melodia?” Il folletto fece una giravolta. “Melodia? Oh, forse intendi queste sfere di risate e allegria? Le ho prese in prestito, sono così divertenti da far rimbalzare!”

Oli provò a spiegare che quelle “sfere di risate” erano la sua voce, la sua melodia, e che senza di essa la Foresta Sognante sarebbe rimasta senza la sua ninna nanna. Il folletto, vedendo la tristezza nei grandi occhi di Oli, si sentì un po’ in colpa.

“Va bene, piccolo gufo,” disse il folletto, “te le ridarò. Ma prima, devi superare la Prova del Sorriso!” Oli non sapeva cosa fosse, ma annuì con decisione.

La Prova del Sorriso consisteva nel far ridere il Granchio Brontolone che viveva sotto la Grande Roccia Muschiosa. Il Granchio Brontolone era famoso per non sorridere mai, e la sua faccia era sempre aggrottata.

Oli volò dal Granchio Brontolone. Provò a raccontare barzellette, ma il granchio continuava a brontolare. Tentò di fare facce buffe, ma il granchio non si mosse. Alla fine, Oli ebbe un’idea. Si mise a saltellare e ballare una piccola danza buffa, sbattendo le ali in modo divertente e ruotando su sé stesso, come un batuffolo di piume impazzito.

Il Granchio Brontolone lo guardò, prima con sospetto, poi con un piccolo tremolio alla bocca. E poi… HIHIHI!… una risata profonda scosse la roccia! Era la prima volta che il granchio rideva da cento anni!

Il folletto, che aveva osservato tutto nascosto dietro un fiore, apparve applaudendo. “Hai superato la prova, piccolo Oli! Il tuo cuore è così gentile e la tua gioia così contagiosa che hai fatto sorridere anche il Granchio Brontolone!”

E mentre parlava, il folletto soffiò sulle sfere luccicanti. Queste volarono verso Oli e, una ad una, entrarono nel suo becco. Oli sentì un formicolio, e poi… CIIIP-CIIIP-CIIIP!… una meravigliosa melodia uscì dal suo becco! La sua voce era tornata, più bella e squillante di prima!

Quella notte, la Foresta Sognante fu inondata dalla melodia di Oli. Gli animali si addormentarono con un sorriso, e le stelle brillarono ancora più forte. Oli aveva imparato che a volte, per ritrovare ciò che abbiamo perso, dobbiamo solo condividere un po’ della nostra gioia con gli altri. E il folletto, promettendo di non giocare più con le voci altrui, si unì al coro, rendendo la notte ancora più magica.