Nel cielo più azzurro che si potesse immaginare, tra nuvole grandi e bianche come montagne di zucchero filato, viveva una piccola nuvola di nome Celestia. Ma Celestia non era una nuvola qualsiasi: era una nuvola smemorata.
Dimenticava tutto! Dimenticava dove aveva lasciato la sua piccola goccia di rugiada preferita, dimenticava di salutare il Sole quando sorgeva, e a volte dimenticava persino di essere una nuvola!
Per questo, il suo compito non era mai stato molto importante. Le nuvole grandi facevano la pioggia per i campi, o creavano ombre fresche per gli animali stanchi. La piccola Celestia smemorata invece, svolazzava senza meta, portando solo un po’ di brezza leggera che nessuno notava.
“Sei inutile, Celestia,” brontolavano le nuvole grandi. “Non servi a niente!”
Celestia ci rimaneva male. Voleva essere utile, ma non ricordava mai cosa doveva fare.
Un giorno, nel paese sottostante, accadde un guaio. Una macchina enorme e rumorosa, che produceva tanto fumo scuro, aveva rotto il gigantesco ventilatore che serviva a mandare via l’aria troppo calda in estate. Senza il ventilatore, l’aria del paese diventava sempre più pesante e ferma. Le foglie degli alberi non si muovevano più, i bambini non riuscivano a giocare e i gelati si scioglievano in un attimo!
Il Mago del Vento, un signore anziano con una lunga barba bianca che profumava di lavanda, provò a soffiare con tutte le sue forze.. Ma era troppo debole. Le nuvole grandi provarono a far piovere per rinfrescare l’aria, ma il vapore si alzava subito, rendendo tutto ancora più appiccicoso.
Sembrava che nessuno potesse risolvere il problema.
La piccola Celestia smemorata, intanto, stava svolazzando come al solito. Non capiva bene cosa stesse succedendo, ma sentiva che l’aria era strana. E senza rendersene conto, con il suo solito svolazzare leggero, creava un piccolo, quasi impercettibile movimento nell’aria.
Era solo un soffio, leggerissimo. Ma era un soffio costante. Senza smettere mai, la piccola Celestia continuava a muoversi, spostando l’aria, poco alla volta.
All’inizio nessuno ci fece caso. Ma dopo qualche ora, il Mago del Vento notò qualcosa. Un piccolo fiore si era mosso. Poi un altro. E poi, piano piano, la piccola brezza di Celestia smemorata iniziò a farsi sentire.
Non era una grande folata di vento, ma era un’aria che si muoveva, che portava via il calore. Le foglie degli alberi iniziarono a danzare dolcemente. I bambini sentirono un po’ di sollievo e ricominciarono a sorridere.
Le nuvole grandi rimasero stupite. “Ma come hai fatto, Celestia?” chiesero.
Celestia si sentiva imbarazzata. “Io? Non… non ho fatto niente di speciale. Ho solo… svolazzato.”
Il Mago del Vento le sorrise. “Non hai fatto niente di speciale, Celestia? Hai fatto la cosa più importante! La tua piccola, costante brezza ha rimesso in moto l’aria. Ogni piccola azione, se fatta con costanza, può fare una grande differenza.”
Celestia non dimenticò più quel giorno. Capì che anche le cose che sembrano piccole e insignificanti possono essere incredibilmente importanti. E che il suo essere una nuvola smemorata, che svolazzava senza pensare, le aveva permesso di fare qualcosa che nessuno aveva potuto fare: portare un costante e dolce respiro al mondo.
E da quel giorno, la sua piccola brezza fu il respiro del paese, mai più dato per scontato.