C’era una volta un mondo senza musica.
Non è che fosse proprio silenzioso, c’erano i rumori: i clacson delle auto, il tic tac degli orologi e il fruscio del vento tra i palazzi.
Ma era tutto un po’ grigio, un po’ noioso. Le persone camminavano con lo sguardo rivolto verso il basso, guardando il cellulare, e nessuno ballava mai. Si erano dimenticati di come si facesse.
In una piccola casa alla fine della strada viveva una bambina di nome Lea. Lea era una sognatrice e si annoiava moltissimo in quel mondo grigio.
Un pomeriggio, mentre pioveva, Lea stava esplorando la soffitta della nonna. Tra vecchi cappelli e bauli impolverati, trovò una piccola scatola di legno. Non era grigia. Era dipinta di blu, rosso e oro, anche se la vernice era un po’ rovinata.
Sopra c’era un biglietto con una scritta sbiadita: “Per quando il mondo dorme”.
Lea sollevò il coperchio. Clic.
All’inizio non successe nulla. Poi, dall’interno della scatola, uscì un suono sottile, come un filo di seta colorato. Era un suono dolce come lo zucchero, e poi subito un’altro suono, caldo come una coperta.
Lea non aveva mai sentito niente del genere.
Era una melodia.
La melodia fluttuò fuori dalla scatola, fece una giravolta nell’aria polverosa della soffitta e poi uscì dalla finestra aperta, volando via sotto la pioggia.
Lea le corse dietro. “Aspetta! Cos’eri?”
Mentre scendeva le scale di corsa, sentì qualcosa di strano. I suoi piedi non facevano solo TOC TOC sul legno, ma creavano una melodia felice.
Quando uscì in strada, vide che la melodia era volata fino alla piazza.
Il signor Bruno, il panettiere sempre serio, si era fermato. Aveva sentito la melodia. Iniziò a picchiettare con due cucchiai di legno sul suo carretto.
La signora Gina, che annaffiava i fiori, sentì il TOK del panettiere e il TIIIN della scatola. Iniziò a canticchiare. “La-la-laaaa…”
In pochi minuti, accadde una magia.
Un signore prese un vecchio barattolo di latta e iniziò a usarlo come un tamburo. I bambini iniziarono a battere le mani. Persino i gatti iniziarono a fare le fusa a tempo.
I suoni non erano più rumori grigi e separati. Erano diventati musica. Si tenevano per mano, correvano insieme, facevano le capriole.
Lea guardò la sua scatolina vuota. La musica non era più dentro la scatola, era ovunque.
Le persone ridevano. Qualcuno iniziò a muoversi in modo strano: saltellavano, giravano su sé stessi. Stavano ballando!
Lea capì. La musica non era una cosa che si poteva tenere chiusa in una scatola. La musica era un gioco che i suoni facevano insieme per mettere allegria, per raccontare storie senza parole e per far ballare i piedi.
E da quel giorno, nel mondo di Lea, nessuno camminò più guardando solo per terra.