C’era una volta un bellissimo regno chiamato Solaria. Leo, il principe del regno, aveva capelli ricci color grano e gli piaceva correre nei prati invece di stare nel castello. Ma spesso si sentiva triste tutti dicevano che un principe doveva essere forte e senza paura, mentre lui aveva paura del buio e dei temporali. “Forse non sarò mai un vero principe,” sospirava, guardando le stelle dalla sua finestra.
Una notte, un rumore fortissimo svegliò tutto il castello. La Montagna di Cristallo, che proteggeva Solaria con la sua magia, aveva una crepa nera sulla cima! Le piante del regno iniziarono a seccarsi, e la regina (la mamma di Leo) si ammalò. “Lo Spirito della Montagna è in pericolo,” disse la regina con voce debole. “Solo il Principe del Coraggio può trovare il Fiore d’Oro nella grotta più alta… Ma il sentiero è pieno di prove difficili.”
Leo si alzò in piedi, anche se le ginocchia gli tremavano. “Andrò io, mamma!” disse. Lo zio, un uomo grosso con una spada luccicante, rise “Tu Ma se hai paura delle ombre!” Ma il vecchio saggio Corvo, servo e amico di leo, che portava sempre un bastone a forma di luna, diede a Leo una lanterna magica “Questa luce si accende solo con il coraggio. Ti aiuterà.”
Il mattino dopo, Leo partì con uno zaino pieno di panini al miele, una borraccia e una mappa disegnata dal nonno. La prima prova era la Foresta delle Ombre Mobili. Gli alberi erano così fitti che sembrava notte, e dalle foglie uscivano sussurri “Torna indietro, principino!” Leo accese la lanterna, ma la luce era fioca. “Devo essere coraggioso,” si disse, anche se il cuore gli batteva forte.
Camminò avanti, e quando delle radici tentarono di trascinarlo sottoterra, urlò “Non mi fermerete!” La lanterna brillò, e le radici scapparono. Da un cespuglio uscì una volpe, con la pelle bianca e gli occhi luccicanti “Bravo, Leo!” disse la volpe. “E tu chi sei Come sai il mio nome” disse Leo spaventato, “Sono Lira, la guida della foresta. Conosco tutti quanti e ti accompagnerò per il tuo percorso”. Leo era un po’ titubante ma alla fine decise di fidarsi e seguì la Lira.
Il secondo giorno arrivarono al Fiume delle Domande. L’acqua era blu e profonda, e non c’erano ponti. Sopra l’acqua fluttuavano bolle trasparenti, e in ogni bolla c’era una domanda “Cosa succede se non ce la fai” “E se deludi la mamma” Leo si sedette sulla riva, spaventato.
Lira si avvicino e poggiandogli una zampa sulla mano disse “Le domande cattive sono come sassi più ci pensi, più affondi.” Leo prese un sasso e lo lanciò lontano. “Non lo so cosa succederà,” disse alle bolle. “Ma voglio provare!” Le bolle scoppiarono, formando dei sassi per attraversare il fiume.
La terra prova era il Labirinto degli Specchi Storti. I muri erano fatti di specchi che lo facevano sembrare piccolissimo, grandissimo o tutto storto. “Trova l’uscita prima che il sole tramonti!” disse Lira. Leo si guardò in uno specchio che lo faceva sembrare un eroe muscoloso. “Che bello!” pensò. Ma ricordò le parole di Corvo Non farti ingannare dalle apparenze.
Si voltò verso uno specchio normale, dove sembrava solo se stesso. “Forse non sono un eroe… ma posso provarci!” Lo specchio si aprì come una porta. Lira gli diede una rosa “Tienila come ricordo della tuo coraggio e ricordati che sei speciale così come sei.”
La quarta prova era la Collina del Vento Cattivo. Salendo, il vento urlava “Non ce la farai! Sei troppo debole!” Leo si aggrappava alle rocce, ma il vento gli strappò lo zaino, che rotolò giù. “Il mio cibo! La mappa!”, Leo si mise a piangere.
Lira gli si strinse accanto “A volte bisogna perdere qualcosa per andare avanti.” Leo si asciugò le lacrime. “Ho ancora la lanterna e la rosa di Lira. Basta!” Si incamminò a testa bassa, ignorando il vento. Arrivato in cima, trovò il suo zaino, appeso a un albero. “Il vento era una prova!”, rise. “Più gli dai retta, più diventa forte.”
Finalmente, dopo giorni di cammino, Leo e Lira arrivarono alla grotta in cima alla Montagna di Cristallo. Dentro, su una roccia, cresceva il Fiore d’Oro, ma era circondato da spine nere. “Non puoi prendere il mio fiore!” tuonò una voce. Lo Spirito della Montagna era un gigante fatto di pietre e radici, con occhi tristi. “Gli umani rovinano tutto!”
Leo aprì la mappa del nonno, dove c’erano disegni di alberi piantati e fiumi puliti. “Il mio nonno amava la montagna! Anche io voglio proteggerla,” disse. Lo spirito non gli credette, soffio con la bocca così forte che generò un vento potente che spostò di peso Leo e Lira, facendo cadere la mappa.
Il mio compito è di proteggere la natura, e non posso permettere a degli essere umani di rovinare quello che per me è più prezioso, per questo ho creato una crepa nera nella montagna di cristallo, così che gli umani scappassero e non rovinassero più i prati e i fiori!.
A quel punto, quando lo Spirito si avvicinò per catturare Leo e Lira notò la mappa aperta del nonno di Leo.
Lo Spirito guardò i disegni, notò la cura e la pulizia di quei giardini e di quei prati, sorrise per la prima volta dopo anni e capì che in realtà Leo, insieme al suo nonno, erano brave persone che rispettavano la natura. Le spine si aprirono. “Prendi il fiore, ma prometti che insegnerai agli altri a rispettare la natura.” Leo promise con un sorriso.
Tornato a casa, Leo mise il Fiore d’Oro nella mano della mamma, che guarì all’istante. “Sei stato coraggioso!” disse la regina. “Ma come hai fatto” Leo rispose “Il coraggio non è non avere paura… è andare avanti anche quando la si ha!” Lo zio si scusò “Avevo torto. Tu sei un vero principe.”
Da quel giorno, Leo e Lira insegnarono ai bambini a piantare alberi e pulire i ruscelli. La Montagna di Cristallo tornò a brillare, e ogni volta che Leo aveva paura, guardava la rosa e ricordava essere se stessi è la magia più forte.